Maltrattamenti etologici canini

Come sarà certamente noto a tutti l’etologia è la scienza che studia il comportamento animale. Conoscere il comportamento , per averlo studiato, piuttosto che per essersi semplicemente informati in maniera approfondita, dei nostri animali d’affezione significa rispettarli nella loro alterità; solo attraverso la conoscenza e l’informazione si veicola un amore autentico nei confronti dei nostri compagni di vita quotidiana.

Maltrattamento etologico sui cani

Fatta questa premessa fondamentale, mi pare un passaggio obbligato parlare, seppur velocemente, di quelli che, a mio avviso, sono i principali MALTRATTAMENTI ETOLOGICI che ogni giorno gli “ amanti degli animali” perpetrano, seppur incolpevolmente, in danno dei loro beniamini:

ISOLAMENTO SOCIALE: il cane è un animale sociale che ha bisogno della compagnia inter ed intraspecifica; e dunque necessita di giocare coi suoi simili, di stare in compagnia del suo branco famiglia, di ampliare le proprie conoscenze ed esperienze quotidianamente. Il cane relegato giorno e notte in giardino, che non ha contatti con il resto del mondo per ore , è un cane “ accudito”….ma non rispettato. Vorrei sfatare , sempre fatte le dovute eccezioni per alcune razze, il mito del cane che si diverte a stare perennemente da solo in giardino! Non è così! Molti cani esposti per tempi prolungati nei cortili o nei giardini di casa, ancor peggio sui balconi, a stimoli ambientali monotoni o stressanti possono restare vittime di pericolosi problemi comportamentali, che vanno dall’ansia alle stereotipie, quali ad esempio il tail chasing! A tal proposito non posso esimermi dall’esprimere parere negativo in merito alla teoria , molto diffusa, del cane che in giardino sventa furti e aggressioni stile James Bond!

Ed infatti il cane “ fa la guardia” molto meglio se è in casa, piuttosto che in giardino!

UMANIZZAZIONE: Accade di frequente che i proprietari di cani, soprattutto ma non solo, di piccola taglia umanizzino/ bambinizzino i loro quadrupedi.

Troppo spesso si sente dire, “ questo cane per me è come un figlio” …………e ciò anche da parte di chi ha anche “figli umani”. Trasporre emozioni e sentimenti umani sui cani è un errore, perché etologicamente il cane non ha una capacità astrattiva che gli consenta di elaborare le stesse emozioni e gli stessi sentimenti dell’uomo; d’altro canto proiettare aspettative umane su un cane potrebbe significare investirlo di compiti e responsabilità che non gli competono, con evidenti conseguenze negative sul suo comportamento.

L’umanizzazione del cane e la poca o quasi nulla conoscenza del linguaggio canino, comportano altresi una errata interpretazione dei segnali di insofferenza che il nostro quadrupede ci lancia quando i nostri continui vezzeggiamenti lo stressano; ed allora l’aggressione è dietro l’angolo!

Troppe volte il muro di comunicazione tra bipedi e quadrupedi crea incidenti che spingono le persone ad abbandonare o ad isolare quello che era stato fino al giorno prima il loro “bimbo”.

Di tanto quasi sempre la colpa è dell’uomo che non ha saputo o voluto far nulla per conoscere il proprio cane; ci tengo a precisare che molti episodi di aggressività che vengono riferiti dai proprietari sono ascrivibili ad una errata o assente lettura del cane.

Per un approfondimento utile e piacevole consiglio il libro di Valeria ROSSI, Quando il cane abbaia, Ed DE VECCHI.

Valentina RICCA-Educatrice cinofila ACSI-Addestratrice ENCI

Centro cinofilo ASD GREY WOLF